In questo periodo c'è una attività che impegna e accomuna un po' tutti i Soccorsesi: la raccolta delle olive.Già, quasi tutti, lì, sugli alti terrazzamenti, possiedono qualche ulivo che dona il suo prezioso frutto. Questa attività, che può durare anche parecchie settimane, è condotta ancora in maniera quasi del tutto tradizionale, avvalendosi di reti di nailon stese ai piedi degli alberi per raccogliere i frutti, di canne di fiume per rimazzare cioè scuotere i rami più alti e far cadere le olive.
La prima fase è quella dello spinnari, cioè raccogliere a mano le olive, mettendo da parte quelle più perfette nella forma e nel colore, quelle più verdi, destinandole ad essere messe in salamoia o ad essere denocciolate e condite con vari aromi, dopo essere state a bagno per svariate ore.
Segue la raccolta vera e propria che raccoglie le famiglie (anche i più piccoli contribuiscono alla raccolta con i loro piccoli panieri). La campagna, ormai poco frequentata, si anima di voci, risate, mezzi di trasporto e amici e parenti che si aiutano a vicenda.
E' un'atmosfera particolare quella che si respira in questi giorni, la campagna autunnale si trasforma, si riempie delle tonalità del giallo delle foglie rinsecchite, del marrone delle castagne che escono dai loro gusci spinosi e dell'arancione delle arance che si stanno ormai maturando.
E poi, finalmente, dopo tanta fatica, ecco arrivare il prezioso liquido, fluisce col suo colore dorato dal frantoio, continuamente in movimento per la grande mole di lavoro cui è sottoposto.
Un ultimo rituale è quello dell'assaggio, solitamente su una fetta di pane, per assaporare il frutto del proprio lavoro, e non manca di certo la condivisione con amici, parenti e vicini di casa. E' un rituale antico, che si perpetua da generazioni e che non smette di tessere legami sociali ed esprimere la meraviglia della natura e dell'ingegnoso lavoro dell'uomo.